Gli italiani si preoccupano per il numero eccessivo di reazioni allergiche gravi al vaccino Pfizer, ma l’EMA non riscontra alcun problema

Gli italiani sono i primi europei a pagare il prezzo di una fiducia cieca nell’esperimento di vaccinazione di massa anti Covid-19? I grafici pubblicati in Eudravigilance il database europeo nel quale sono riportate le segnalazioni di sospette reazioni avverse, mostrano un numero incredibilmente alto di reazioni allergiche gravi a ‘Comirnaty’ il vaccino mRNA Pfizer/BioNtech che rappresenta circa un terzo di tutti gli eventi avversi registrati in Europa. Su un totale di 26.849 eventi avversi riportati per questo vaccino, l’Italia ha avuto ben 8.741 casi seguiti da 2.347 per il Regno Unito, 2.046 per la Spagna e 1.777 per la Germania. Gli eventi più frequenti sono “disturbi generali e le condizioni legate alla sede di somministrazione”, seguiti da “disturbi del sistema nervoso”.  Il report è stato pubblicato persino da alcun media mainstream italiani.

Grafico delle reazioni avverse riportate per il vaccino Pfizer (precedentemente chiamato Tozinameran) in ogni paese.

Giuseppe Paolin, membro della Lega Nord, ha chiesto al ministro della Salute Roberto Speranza di indagare su queste allarmanti rilevazioni.  La Lega Nord è un partito che faceva parte del precedente governo e alcuni dei suoi membri si erano fortemente opposti alla vaccinazione obbligatoria. Presumibilmente seguiranno da vicino la questione e manterranno la pressione sui responsabili del programma di vaccinazione. I funzionari sanitari italiani sono ora seriamente preoccupati e hanno portato il caso al signor Hans Kluge che guida il dipartimento europeo dell’OMS. Nel frattempo, niente di tutto ciò sembra preoccupare l’EMA che ha emesso un rassicurante comunicato stampa sulla sicurezza di Comirnaty il 29 gennaio, menzionando che “i dati di sicurezza raccolti sull’uso di Comirnaty nelle campagne di vaccinazione sono coerenti con il profilo di sicurezza noto del vaccino, e non sono stati identificati nuovi effetti collaterali”. Anche l’AIFA, l’agenzia italiana del farmaco, ha pubblicato un primo rapporto di farmacovigilanza.

“Nel periodo considerato sono state ricevute 7.337 segnalazioni su un totale di 1.564.090 dosi somministrate (tasso di segnalazione di 469 per 100.000 dosi), di cui il 92,4% riferite a eventi non gravi, quali dolore al sito di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Con Comirnaty sono stati osservati anche mal di testa, parestesie, vertigini, sonnolenza e disturbi del gusto. Altre reazioni locali e dolori articolari diffusi sono meno frequenti. Come previsto, la febbre è stata riportata più frequentemente dopo la seconda dose rispetto alla prima.

Sempre secondo l’AIFA “Durante il periodo, sono stati segnalati anche 13 decessi avvenuti a poche ore dalla vaccinazione che, nei resoconti più dettagliati e completi, non sono stati collegati alla vaccinazione e sono stati in gran parte attribuiti alla condizione sottostante della persona vaccinata”.

Anche qui, abbiamo notizie contrastanti. Diversi giornali hanno riportato “un numero inspiegabilmente alto di morti nelle case di cura” entro 2 settimane dalla vaccinazione. Per esempio in una casa di cura di Rebbio dove tutti gli anziani residenti e il 90% degli operatori sanitari erano stati vaccinati, 21 residenti sono morti entro un paio di settimane, mentre 85 su 93 residenti sono stati dichiarati contagiati dal Covid-19.

Per il presidente della Fondazione che gestisce la struttura queste morti restano “inspiegabili: abbiamo evitato occasioni di contatto ravvicinato, nessuno tranne i dipendenti ha potuto entrare nella struttura, e inoltre abbiamo seguito gli stessi protocolli delle altre nostre strutture, e lì non è successo nulla”, spiega Beccalli.

Eventi simili sono stati segnalati anche in residenze per anziani di altri paesi come Gibilterra, Norvegia e Spagna

ad esempio.

Tutti questi spiacevoli fatti sollevano una serie di questioni fondamentali che devono essere affrontate con urgenza prima di andare avanti.

Le reazioni avverse ai vaccini sono ugualmente segnalate in altri paesi europei?

In confronto ad altri paesi sembra che l’Italia abbia uno dei più alti numeri di eventi avversi per la maggior parte dei vaccini, non solo per il vaccino Covid-19. La spiegazione più probabile in questo caso è che la segnalazione sia più frequente ed efficiente in Italia che in altri paesi.  Infatti l’Italia ha condotto diverse esperienze di “sorveglianza attiva” nell’ultimo decennio. Un recente studio

condotto in un follow up di tre settimane con telefonate alle famiglie di 2.149 bambini vaccinati con un vaccino MPRV ha addirittura evidenziato quanto siano “assolutamente inadeguati” i normali sistemi di segnalazione. Sulla base dei diari quotidiani e dei regolari controlli telefonici, così come delle registrazioni ospedaliere, la ricerca ha rivelato che non meno del 46,2% dei bambini vaccinati ha subito reazioni avverse dai vaccini. Di queste reazioni, l’11% era grave secondo i criteri stabiliti dall’OMS, il che significa che una media dal 4 al 5% sono eventi avversi gravi.

Forse questo tipo di studi potrebbe spiegare in parte perché l’Italia è anche sede di una delle popolazioni più esitanti in materia di vaccini del pianeta. In ogni caso, se questa è la spiegazione più probabile alla discrepanza tra i numeri registrati in Italia e nel resto d’Europa, è tempo di migliorare i sistemi di segnalazione degli altri paesi.

Nel Regno Unito una sorveglianza più “attiva” attraverso un’applicazione telefonica chiamata Zoe ha anche mostrato che quasi un terzo degli individui vaccinati con il vaccino della Pfizer ha dichiarato effetti collaterali e circa il 14% di questi erano sistemici.

L’EMA ha annunciato che la campagna di vaccinazione anti Covid-19 beneficerà della massima trasparenza e di un follow-up unico con lo spiegamento di un’infrastruttura per il monitoraggio dal vivo del trattamento e dei vaccini.  Varrebbe la pena di chiedere a un team di esperti indipendenti di esaminare come sarà condotto questo monitoraggio.

Ci sono fattori di rischio specifici per gruppi di popolazione?

Altri fattori ancora potrebbero spiegare numeri diversi.  Ci potrebbero essere caratteristiche particolari nella popolazione italiana sia genetiche che epigenetiche. Un esempio del passato è il fatto che durante la “pandemia” H1N1 si era verificato un alto numero di casi di narcolessia in giovani donne dei paesi nordici, principalmente Finlandia e Svezia.  Le campagne di vaccinazione erano state interrotte e dopo un’inchiesta condotta dalle agenzie nazionali ed europee, queste reazioni al vaccino erano state associate a un tipo di gene specifico (gruppo HLA).

Guardando i dati attuali ci si può anche chiedere perché il numero di eventi avversi sia più frequente nelle donne (76% del totale). Per altri vaccini sono stati segnalati rischi più elevati per determinate razze, gruppi di età o sesso.

E che dire della qualità dei lotti di vaccino?

E se questo fosse legato a un lotto specifico che ha un difetto o che proviene da un sito di produzione che è inadeguato? Se le informazioni provenienti dai ‘documenti hackerati dell’EMA’ sono corrette, gli esperti dell’agenzia sono stati pressati dalla Commissione europea per approvare i primi vaccini mentre stavano mettendo in discussione le differenze tra i prodotti vaccinali utilizzati negli studi clinici e campioni di prodotti per uso commerciale.

Recentemente una procura di Roma ha ordinato che vengano fatte indagini sulla qualità di diversi vaccini pediatrici dopo che test indipendenti su campioni di vaccini finanziati dall’organizzazione Corvelva hanno rivelato tracce di contaminazioni biologiche (es. virali, e DNA), ingredienti tossici (residui di farmaci e pesticidi) e in alcuni casi non è stato possibile trovare la quantità richiesta di antigeni.

Tutti questi problemi esistono da decenni e sono incompatibili con la ‘vaccinazione di massa’ e con il fast tracking dei vaccini. Sono stati sollevati di nuovo nel dicembre 2019 al ‘Vaccine Safety Summit’ dell’OMS a Ginevra, ma hanno ricevuto solo la risposta ‘sì ulteriori ricerche sarebbero necessarie’.

L’India ha saggiamente rifiutato l’approvazione d’emergenza del vaccino e diversi paesi europei ora si chiedono se non sarebbe meglio adottare il vaccino russo.

Per ora la ragione richiederebbe di sospendere la somministrazione del vaccino Pfizer fino a quando tutte queste domande non riceveranno una risposta adeguata.

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