“Condanna a morte per milioni di persone”: l’OMS e l’UE lanciano una nuova iniziativa per il passaporto vaccinale globale
L’esperto di tecnologia Michael Rectenwald, PhD, ha dichiarato a The Defender che un sistema di passaporti digitali con il pretesto di preservare la libertà “significa restrizioni di movimento e di vita per i non vaccinati e vaccinazioni forzate per partecipare alla vita”
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la Commissione Europea – il ramo esecutivo dell’Unione Europea (UE) – hanno lanciato lunedì una “partnership di riferimento per la salute digitale“, segnando l’inizio della Global Digital Health Certification Network (GDHCN – Rete per la Certificazione Sanitaria Digitale Globale) dell’OMS per promuovere un passaporto vaccinale digitale interoperabile a livello globale.
A partire da questo mese, l’OMS adotterà il sistema di certificazione digitale COVID-19 dell’UE “per creare un sistema globale che contribuirà a facilitare la mobilità mondiale e a proteggere i cittadini di tutto il mondo dalle minacce sanitarie attuali e future, comprese le pandemie”, secondo quanto annunciato lunedì dall’OMS e dalla Commissione europea.
*L’OMS e la Commissione Europea lanciano un’iniziativa storica sulla salute digitale per aiutare a proteggere le persone in tutto il mondo dalle minacce per la salute presenti e future. Questa è la prima pietra della rete per la certificazione sanitaria digitale globale dell’OMS che svilupperà un’ampia gamma di prodotti digitali per offrire una migliore #HealthForAll (SalutePerTutti)*
L’OMS e la Commissione Europea affermano che l’iniziativa GDHCN, in cantiere dal 2021, “svilupperà un’ampia gamma di prodotti digitali per garantire una salute migliore per tutti”.
Le organizzazioni affermano che l’OMS non raccoglierà i dati personali degli individui attraverso questi passaporti digitali, che “rimarranno di dominio esclusivo dei governi”.
Il Direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha elogiato il nuovo accordo:
“Basandosi sulla rete di certificazione digitale di grande successo dell’UE, l’OMS intende offrire a tutti gli Stati membri dell’OMS l’accesso a uno strumento di salute digitale open source basato sui principi di equità, innovazione, trasparenza e protezione dei dati e della privacy”.
“I nuovi prodotti per la salute digitale in fase di sviluppo mirano ad aiutare le persone a ricevere ovunque servizi sanitari di qualità in modo rapido e più efficiente”.
Tuttavia, gli esperti che hanno parlato con The Defender hanno affermato che le implicazioni di un tale sistema sulla libertà umana e sulla libertà di movimento sono fonte di preoccupazione.
Il giornalista indipendente James Roguski ha dichiarato a The Defender che l’OMS non sta aspettando la conclusione positiva di questi negoziati per attuare iniziative come il passaporto digitale globale per i vaccini. Ha dichiarato:
“L’annuncio da parte dell’OMS e della Commissione Europea del lancio della loro partnership per la salute digitale non è stato certo una sorpresa. Più di un mese fa, l’OMS aveva annunciato in sordina che stava lavorando per “rendere operativo” proprio ciò che veniva “negoziato”.
“Questo è solo un esempio che dimostra chiaramente che i “negoziati” supersegreti sul Regolamento sanitario internazionale (RSI) sono una farsa”.
Michael Rectenwald, PhD, autore di “Arcipelago Google: The Digital Gulag and the Simulation of Freedom (Il Gulag Digitale e la Simulazione di Libertà)“, ha dichiarato a The Defender che un sistema di passaporti digitali con il pretesto di preservare la libertà “significa restrizioni al movimento e alla vita per i non vaccinati, e vaccinazioni forzate per partecipare alla vita”.
L’annuncio della collaborazione tra l’OMS e la Commissione europea è arrivato pochi giorni dopo la conclusione dell’Assemblea mondiale della sanità (WHA) dell’OMS.
Sebbene il trattato sulle pandemie e gli emendamenti al RSI non siano stati finalizzati durante la riunione di quest’anno, alti funzionari dell’OMS hanno avvisato del rischio di una futura pandemia e della diffusione di una “malattia X” mortale, e hanno espresso la necessità di “limitare le libertà personali” durante una futura crisi sanitaria.
L’UE è stata una forte sostenitrice dei passaporti digitali dei vaccini, che sono stati lanciati per la prima volta per gli Stati membri alla fine del 2020 – in concomitanza con l’introduzione dei vaccini COVID-19 – con il nome di “Green Pass”. L’esperienza dell’UE con i passaporti digitali si riflette nell’annuncio di lunedì, che afferma:
“Uno degli elementi chiave della risposta dell’UE alla pandemia COVID-19 è stato il certificato COVID-19 digitale. Per facilitare la libera circolazione all’interno dei suoi confini, l’UE ha rapidamente istituito certificati COVID-19 interoperabili.
“Basato su standard e tecnologie open source, ha fornito anche la possibilità di connettere i Paesi non appartenenti all’UE che emettono certificati… ed è diventato la soluzione più utilizzata al mondo”.
Roguski ha dichiarato a The Defender che l’UE è stata anche tra i più forti sostenitori dei passaporti vaccinali durante i negoziati in corso sul “trattato sulle pandemie” dell’OMS e sugli emendamenti al RSI.
“Vogliono davvero il certificato sanitario digitale globale”, ha detto Roguski a The Defender a marzo. “E sta venendo innanzitutto dall’Unione Europea”.
“I passaporti pandemici sono una condanna a morte per milioni di persone”
Secondo Roguski, durante i negoziati sugli emendamenti al RSI, l’UE ha presentato proposte che cercano di “normalizzare” l’attuazione di un certificato sanitario digitale globale”.
La Repubblica Ceca ha chiesto l’introduzione di moduli di localizzazione dei passeggeri che “contengano informazioni sulla destinazione del viaggiatore”, preferibilmente in formato digitale, per rintracciare i contatti.
Hanno inoltre suggerito che l’Assemblea Sanitaria dell’OMS “in collaborazione con l’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile [ICAO] … e altre organizzazioni pertinenti, possa adottare i requisiti che i documenti in forma digitale o cartacea devono soddisfare in termini di interoperabilità tra le piattaforme informatiche, requisiti tecnici per i documenti sanitari e misure di sicurezza per ridurre il rischio di uso improprio e di falsificazione”.
L’OMS cita l’ICAO come “parte interessata” ufficialmente riconosciuta
La Repubblica Ceca e l’UE hanno proposto una documentazione non solo per le vaccinazioni, ma anche per “certificati di analisi mediche e cure” nei casi “in cui non sia ancora disponibile un vaccino o una profilassi per una malattia per la quale è stata dichiarata un’emergenza di salute pubblica di portata internazionale “.
I piani per il GDHCN dell’OMS sono stati elaborati almeno dall’agosto 2021, quando l’OMS ha pubblicato un documento intitolato “Documentazione digitale dei certificati COVID-19: stato di vaccinazione: specifiche tecniche e guida all’implementazione, 27 agosto 2021″.
Il quadro di riferimento del GDHCN è stato inserito nell’agenda dell’AMS di quest’anno, dove si legge che:
“Il Segretariato ha sviluppato linee guida SMART (standard-based, machine-readable, adaptive, requirements-based and testable – basato su standard, leggibile dalla macchina, adattabile, basato sui requisiti e testabile) per la documentazione digitale dei certificati COVID-19 che includono raccomandazioni sui dati, sulla funzionalità digitale, sull’etica e sull’architettura di fiducia necessarie per garantire l’interoperabilità tra i registri di immunizzazione e di salute a livello globale”.
L’OMS ha inoltre annunciato il completamento con successo di uno “studio di fattibilità tecnica per la creazione di una rete di fiducia globale connessa, che ha testato la capacità di interoperare i contenuti sanitari e le reti di fiducia attraverso gli sforzi regionali esistenti”.
I funzionari dell’UE si sono spesso elogiati per il lancio del GreenPass in UE, sottolineando come la privacy delle persone sarebbe stata protetta dall’applicazione. L’introduzione del Green Pass è stata accompagnata dalle dichiarazioni della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha chiesto una “discussione” sulle vaccinazioni obbligatorie nell’UE.
Una delle priorità dichiarate dall’UE nell’ambito del piano quinquennale 2019-2024 è la creazione di una “identità digitale per tutti gli europei“, il che significa che tutti i cittadini e i residenti dell’UE dovrebbero avere accesso a un “portafoglio digitale personale”, che conterrà carte d’identità nazionali, certificati di nascita, certificati medici e patenti di guida.
Queste proposte e iniziative sembrano essere strettamente legate agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, e in particolare all’obiettivo 16.9, che chiede che tutti, compresi i neonati, abbiano un’identità legale digitale entro il 2030.
Tedros ha detto che gli SDG (obiettivi di sviluppo sostenibile) sono “la nostra stella polare” quando ha parlato all’AMS di quest’anno.
Rectenwald ha definito i “passaporti pandemici” una “condanna a morte per milioni di persone”. Ha inoltre dichiarato a The Defender quanto segue:
“Nonostante gli studi che dimostrano che i vaccini per contenere le pandemie siano stati letali e inutili, l’OMS si sta incaponendo sui mandati per i vaccini.
“I passaporti pandemici equivalgono a una condanna a morte per milioni di persone e alla cancellazione dei diritti per coloro che non obbediscono. L’OMS deve essere fermata prima che completi la costruzione di un sistema totalitario globale”.
Pubblicato originariamente su The Defender
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