L’EMA non pubblica i dati sui vaccini da Gennaio 2021: “Sono coperti dal segreto militare”
Originariamente pubblicato su Byoblu.
Qual è la reale efficacia dei vaccini contro il Covid?
Tutti i passi indietro sull’efficacia del vaccino
I numeri in merito forniti negli scorsi mesi dalle case farmaceutiche e dagli enti regolatori assomigliavano più a delle estrazioni del lotto che ad approfondite analisi. Perché si è passati da una presunta efficacia del 95% nel dicembre 2020 ad una del 47% nel novembre 2021, per finire con un misero 12% come sembrerebbe emergere dagli ultimi documenti Pfizer pubblicati negli Stati Uniti?
La risposta potrebbe trovarsi nelle procedure, spesso lacunose, adottate dalle multinazionali del farmaco nella sperimentazione di questi vaccini, come emerso in altri documenti sempre firmati Pfizer e desecretati su richiesta della Public Health and Medical Professionals for Transparency. Big Pharma però può fare il bello e il cattivo tempo solo se le agenzie regolatorie, come FDA e EMA non fanno il loro mestiere, ossia non controllano.
Dove sono i report EMA sui vaccini anti Covid?
Bene, questo atteggiamento inspiegabilmente lassista sembra trovare conferma nel monitoraggio svolto da EMA sui vaccini anti Covid. Secondo quanto riportato dalla stessa Agenzia europea, l’autorizzazione alla commercializzazione di un farmaco è vincolata all’invio di quelli che vengono identificati come Periodic safety update reports.
L’EMA scrive che: “L’obiettivo di questi documenti è quello di presentare un’analisi critica e completa del rapporto rischio-beneficio del prodotto, tenendo conto delle informazioni sulla sicurezza nuove o emergenti nel contesto delle informazioni cumulative su rischi e benefici”. Si tratta quindi di documenti necessari per tracciare il profilo del farmaco usato e che diventano ancora più importanti se il prodotto ha ricevuto un’autorizzazione in via condizionata, come per i vaccini anti Covid.
Finora, a distanza di un anno e mezzo dalla somministrazione del primo vaccino, l’EMA ha pubblicato un solo di questi report e risale al 29 gennaio 2021. L’aspetto sorprendente è che in quel documento, di sole 2 pagine, si faceva un chiaro riferimento a futuri report di aggiornamento: “L’EMA pubblicherà aggiornamenti mensili sulla sicurezza per tutti i vaccini COVID-19 autorizzati, in linea con le misure di trasparenza eccezionali per COVID-19”. Niente di tutto questo è stato fatto e da allora mancano così all’appello oltre 24 report di aggiornamento sui vaccini Covid. Perché?
In Italia alcuni avvocati hanno deciso di indagare
Un gruppo di avvocati italiani, per conto di due associazioni di promozione sociale Idu (istanza diritti umani, di Novara) e Dus (Diritti umani e salute, di Roma) sta provando ad andare a fondo in questa vicenda e ha presentato una querela alla Procura di Roma contro l’AIFA, proprio per la mancata pubblicazione di questi documenti.
Secondo una determina dell’Agenzia Italiana del Farmaco, la commercializzazione dei vaccini anti Covid sarebbe infatti vincolata all’ottenimento dei report da parte dell’AIFA. Quest’ultima ha però dirottato gli avvocati verso l’EMA che ha dato una risposta decisamente strana: “I report sono coperti dal segreto militare”.
La rottura del doppio cieco alla base di tutto?
Perché i rapporti sulla sicurezza di un vaccino somministrato a milioni di persone, anche con la forza, dovrebbero essere sottoposti a segreto militare? Stiamo parlando di salute pubblica, della vita delle persone e la motivazione dell’EMA appare così senza alcun senso e logica. A meno di non pensare che l’ente regolatore stia cercando di coprire i difetti del prodotto e le lacune del produttore.
D’altronde sono state le stesse aziende del farmaco ad ammettere di aver interrotto la procedura del doppio cieco, somministrando il vaccino, in un secondo momento, anche al gruppo placebo. Come potrebbero quindi queste multinazionali monitorare la sicurezza e l’efficacia di un farmaco senza avere più i punti di riferimento iniziali? Dovrebbero andare a braccio, a sensazione, come forse sta accadendo da mesi. Ecco che un’azione dal basso per tentare di ripristinare un minimo di legalità sembra essere sempre più necessaria.
Nel frattempo l’EMA comunica di aver iniziato la procedura di valutazione per l’autorizzazione alla somministrazione del vaccino Moderna per i bambini tra i 6 mesi e i 6 anni: “Abbiamo appena cominciato la valutazione della domanda di Moderna, si tratta della prima per questa fascia d’età”, ha dichiarato Marco Cavaleri, capo della task force sui vaccini. Siamo sicuri di voler inoculare a dei bambini un prodotto i cui dati sulla sicurezza sono coperti da segreto militare?
Originariamente pubblicato su Byoblu.
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