L’Italia mantiene limiti più bassi per l’esposizione alle radiazioni

Nonostante le forti pressioni dell’industria della telefonia mobile per innalzare i limiti, il governo italiano ha recentemente deciso di mantenere i suoi limiti. La decisione è arrivata dopo la forte opposizione di scienziati e organizzazioni ambientaliste di tutto il Paese.

La diffusione del 5G porterà un tale aumento dell’esposizione del pubblico alle radiazioni che le compagnie di telefonia mobile avranno problemi a distribuire il 5G se dovranno rispettare i limiti imposti dall’Italia. Da diversi anni si propone che l’Italia adotti i limiti ICNIRP, 100 volte più alti, raccomandati dalla Commissione europea fin dal 1999. Una simile mossa darebbe agli italiani una protezione ancora minore contro gli effetti nocivi per la salute derivanti dall’esposizione alle radiazioni delle antenne e delle stazioni radio base per la telefonia mobile. La proposta è stata tuttavia respinta dal Consiglio dei Ministri italiano il 7 agosto 2023.

L’Italia, la Svizzera e anche la Russia sono tra i Paesi che hanno valori limite 100 volte inferiori a quelli sviluppati dall’ICNIRP, che proteggono le esigenze dell’industria piuttosto che la salute dei cittadini. Proprio come l’Italia, anche la Svizzera ha subito le pressioni dell’industria della telefonia mobile per innalzare i limiti.

Tuttavia, nella primavera del 2020, anche il governo svizzero ha deciso di mantenere i suoi valori più bassi.

Ministro di Stato, ex direttore di Vodafone e Verizon

La proposta di innalzare il valore dei limiti in Italia è sul tavolo da diversi anni, ma ha incontrato una forte opposizione da parte di organizzazioni ambientaliste e scienziati. Le proteste hanno incluso anche scioperi della fame. L’Alleanza italiana Stop 5G ha coordinato molte delle proteste. I limiti ICNIRP, 100 volte più pericolosi, avrebbero dovuto essere adottati nel 2021, ma la decisione è stata rinviata.

Un ministro italiano, Vittorio Coalo, è stato il più attivo in Italia nel promuovere limiti più alti e li ha proposti come parte di un piano di ripresa post-pandemia (Next Generation Italia o PNRR). Coalo è stato un ex direttore di Vodafone e Verizon (fino al 2018/2019). Si può quindi concludere che le società di telecomunicazioni avevano un ex dipendente che spingeva il loro obiettivo di far adottare i limiti dell’ICNIRP all’interno del governo italiano.

La proposta di aumentare il valore dei limiti ha continuato a essere presentata dal 2021, ma ancora una volta ha incontrato una forte opposizione.

Adattati alle esigenze dell’industria

Da più di 20 anni, l’Italia e la Svizzera adottano valori limite 100 volte più bassi (6 V/m ovvero circa 95.000 microW/m2) rispetto a quelli applicabili nella maggior parte degli altri Paesi europei, che sono i limiti ICNIRP. I limiti ICNIRP sono stati raccomandati per oltre 20 anni dalla Commissione Europea e dall’OMS. L’ICNIRP ha esercitato un’enorme influenza sul lavoro dell’OMS sui rischi per la salute derivanti dalle radiazioni, da quando nel 1995 il presidente dell’ICNIRP è diventato responsabile del Progetto CEM dell’OMS. Allo stesso tempo, l’industria della telefonia mobile ha ampiamente finanziato il Progetto CEM dell’OMS per dieci anni attraverso la GSM Association, la GSMA e il Mobile Manufacturers Forum (MMF).

I valori dell’ICNIRP, che sono notevolmente più alti dei livelli che hanno dimostrato di causare effetti negativi sulla salute (61 V/m o 10.000.000 microW/m2 in media su 6 minuti), sono stati pesantemente criticati perché gravemente inadeguati. Sono chiaramente adattati alle esigenze delle società di telecomunicazioni e dell’industria militare, piuttosto che a proteggere le persone e l’ambiente dai danni. Un esempio tra i tanti che indica che i limiti dell’ICNIRP sono sviluppati in risposta alle esigenze del settore è un opuscolo dell’organizzazione comune degli operatori delle telecomunicazioni, la GSM Association, che elogia le linee guida “indipendenti” dell’ICNIRP 2020.

Ericsson: distribuire il 5G è “un problema serio o impossibile”

Le proposte per innalzare i limiti in Italia dovrebbero essere intese alla luce del fatto che il 5G aumenta talmente tanto le radiazioni che gli operatori di telecomunicazioni hanno difficoltà a implementare pienamente il 5G se devono rispettare i valori più bassi in Italia. Questo conferma ancora una volta che i valori dell’ICNIRP si adattano alle esigenze del settore.

Ericsson è l’azienda che ha il maggiore interesse nella diffusione del 5G, in quanto è leader mondiale nelle apparecchiature per l’infrastruttura 5G (antenne, stazioni base). Negli ultimi 10 anni, è noto che Ericsson si è impegnata in una vasta attività di corruzione per promuovere i propri interessi commerciali. L’azienda ha persino corrotto l’organizzazione terroristica ISIS.

Nel 2018, Christer Törnevik di Ericsson ha affermato che il lancio del 5G sarà “un problema serio o impossibile” se si dovranno rispettare valori limite 100 volte inferiori a quelli dell’ICNIRP, come in Italia e in Svizzera.

Scienziati indipendenti raccomandano limiti molto più bassi

Questi limiti, sviluppati dall’ICNIRP (linee guida), proteggono solo dagli effetti immediati del riscaldamento. Non proteggono da un’ampia gamma di effetti avversi sulla salute ben documentati delle radiazioni a microonde a livelli inferiori e non di riscaldamento, come gli effetti sul sistema nervoso centrale, la sindrome da microonde e l’aumento del rischio di cancro.

Scienziati indipendenti raccomandano valori massimi molto più bassi per proteggersi dai rischi noti per la salute.

Di seguito è riportata una tabella dei valori in microW/m2 raccomandati dall’ICNIRP rispetto ai valori italiani e svizzeri e ai valori raccomandati da esperti non legati all’industria delle telecomunicazioni o al settore militare:

Appello degli scienziati

Un appello firmato da 52 scienziati e inviato al governo italiano all’inizio di agosto potrebbe aver contribuito alla decisione. L’appello è stato promosso dal dottor Fiorenzo Marinelli e dal dottor Livio Giuliani. L’appello afferma che i valori dell’ICNIRP non proteggono dai numerosi rischi per la salute dimostrati dalla ricerca negli ultimi decenni:

“Le linee guida ICNIRP, quindi, non sono adatte a proteggere la salute umana e dovrebbero essere aggiornate in base alle ultime pubblicazioni scientifiche”. Fortunatamente la legislazione italiana (Legge 36/2001) prevede limiti più cautelativi perché i decisori della fine degli anni ’90 hanno tenuto conto di due principi fondamentali e irrinunciabili:

– il Principio di Precauzione, originariamente sancito dal diritto internazionale dell’ambiente con la Dichiarazione di Rio de Janeiro del 1992;

– il principio di minimizzazione ALARA (As Low As Reasonably Achievable), ovvero il livello più basso ragionevolmente raggiungibile senza compromettere lo sviluppo tecnologico.

Per le ragioni sopra esposte, i sottoscritti chiedono:

  1. di mantenere il valore di attenzione di 6 V/m previsto dalla normativa italiana vigente (DPCM 8.07.2003);
  2. di misurare il suddetto valore su una media di 6 minuti che ha una precisa ragione biologica (è il tempo necessario alle cellule per dissipare il calore prodotto dal campo elettromagnetico) come richiesto dal D.P.C.M. dell’8.07.2003, e si richiede di abrogare l’art. 14, comma 8 lett. d) del D.L. 179/2012, che ha stabilito la misura nell’intervallo di 24 ore, tempo del tutto arbitrario, il cui scopo è solo quello di diluire i valori misurati;
  3. di portare il valore obiettivo di qualità a 0,6 V/m come richiesto dalla Raccomandazione del Consiglio d’Europa n. 1815 del 2011;
  4. di approvare una legge sul conflitto di interessi, per obbligare gli esperti impegnati a fornire pareri scientifici nelle istituzioni pubbliche a dichiarare pubblicamente le fonti di finanziamento della loro ricerca, la loro partecipazione azionaria e i contratti di consulenza.

Pubblicato originariamente dalla Fondazione svedese per la protezione dalle radiazioni

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